
Mai come ora il settore si trova davanti ad un mutamento epocale.
I progetti avranno d’ora in poi un punto chiave imprescindibile : Flessibilità degli spazi
Occorre una riflessione sui progetti futuri di interior design post Coronavirus.
In questi giorni di isolamento forzato e di lavoro “smart”, la nostra casa è diventata il nostro rifugio. Abbiamo riorganizzato gli spazi e sono venute alla luce pregi e difetti dei nostri ambienti.
La pandemia ci ha fatto capire l’ importanza di certi ambienti che prima davamo per scontati : piccoli giardini , terrazzi polverosi , cortili condominiali che prima usavamo solo per arrivare alla nostra auto.
Le case come “spazi polifunzionali” attrezzati per il lavoro smart ( fattore che secondo il mio punto di vista avrà una crescita esponenziale , così come il delivery ).
In questi giorni parlando con amici e colleghi ho percepito di come sia “mutato” il concetto di zona living.
Concetto riassunto in una frase : “Sacrificare spazi interni per concedersi a spazi esterni”.
Smart working in primis : gli italiani chiedono uno spazio in più per per questo tipo di attività e un isolamento acustico per contenere i rumori esterni.
Lo smart working dovrà essere tenuto in considerazione nei progetti di ristrutturazione.
La parola d’ordine sarà “Polifunzionale”:
Spazi arredati in uno stile minimal, essenziale , in modo da riconfigurare gli arredi in base alle attività da svolgere.
Ambienti concepiti per un lavoro da remoto. Silenziosi, con pannelli fono assorbenti e soluzioni comode per pause relax o per fare sport.
Spazi organizzati per rispettare quanto più possibile le norme sull’igiene e quelle per l’isolamento acustico.
Verrà implementata la domotica:
si tenderà ad eliminare tutti i possibili conduttori di germi e batteri quali maniglie delle porte e interruttori per la luce.
In questo caso, verranno in nostro aiuto i sistemi a comandi vocali o gestuali.
Sistemi di aereazione più efficienti in modo da garantire un flusso d’aria con livelli di CO2 bassi.
Dobbiamo ripensare al concetto di “ambiente ideale”.
La pandemia ha cambiato il mondo , ha cambiato noi e il nostro modo di pensare.
Ha trasformato le nostre esigenze, i nostri rapporti e il nostro modo di lavorare.
Sono nate nuove esigenze e nuove preoccupazioni.
Ci ha insegnato quanto sia importante “progettare spazi proiettati nel futuro che ci attende”.
Un futuro nuovo , diverso e forse più complesso ma altrettanto stimolante.
Buona vita e buon lavoro.
Michele Cecchinelli
(Cover Ph by Anastasiia Chepinska on Unsplash)